Una vasta inchiesta su presunti casi di corruzione ha messo sotto la lente d’ingrandimento ben 75 appalti pubblici a Roma e nel Lazio, per un valore complessivo di circa 92 milioni di euro. Martedì scorso, la Guardia di Finanza ha eseguito una serie di perquisizioni presso gli uffici del Dipartimento dei Lavori Pubblici del Comune di Roma e della ASTRAL S.p.A. (l’Azienda Strade Lazio), ente partecipato dalla Regione Lazio responsabile della viabilità regionale.
Le indagini, che coinvolgono numerosi funzionari pubblici e imprenditori, riguardano principalmente lavori di manutenzione e rifacimento delle strade capitoline, ma anche interventi su altre infrastrutture pubbliche. L’inchiesta ha portato alla luce un sistema articolato di corruzione legato a pratiche illecite durante l’esecuzione di appalti, tra cui la falsificazione di documenti e il pagamento di tangenti a funzionari pubblici per garantire l’assegnazione degli appalti.
Un Imprenditore al Centro del Caso
Al centro dell’inchiesta c’è un imprenditore, già coinvolto in altre inchieste di corruzione in Calabria, che secondo la Procura di Roma sarebbe riuscito ad ottenere numerosi appalti pubblici grazie a un complesso schema di “società di comodo” e prestanome. L’imprenditore, titolare di una quindicina di aziende, sarebbe riuscito a vincere gare di appalto anche presentando offerte tramite società riconducibili a lui stesso, aumentando in questo modo le sue possibilità di aggiudicarsi i contratti pubblici.
Tra i reati ipotizzati dalla Procura ci sono associazione a delinquere, corruzione, frode nelle pubbliche forniture, turbativa d’asta, riciclaggio e autoriciclaggio. Secondo le indagini, le aziende dell’imprenditore avrebbero anche utilizzato materiali di bassa qualità per la manutenzione stradale, causando danni e costi aggiuntivi. In particolare, i lavori di asfaltatura realizzati con bitume scadente avrebbero generato strati di asfalto sottili, facilmente deteriorabili, che contribuiscono alla formazione di buche sulle strade. Un problema che affligge da anni la Capitale.
Funzionari Corrotti e Tangenti
La rete di corruzione si estende anche a diversi funzionari pubblici. Sono infatti indagati 21 persone, tra cui quattro dipendenti del Comune di Roma e uno di ASTRAL. I funzionari pubblici, secondo l’accusa, avrebbero ricevuto tangenti in denaro (anche in contante) e regali, come orologi, viaggi, cene e anche favori per i propri familiari, come assunzioni presso le aziende coinvolte negli appalti. Alcuni di loro avrebbero firmato falsi stati di avanzamento lavori per mascherare la scarsa qualità delle opere eseguite.
Tra le modalità di corruzione più frequenti, ci sarebbero anche le mazzette di circa 10.000 euro, oltre alla collaborazione con alcuni agenti della polizia stradale che, in cambio di regali, avrebbero annullato multe e rilasciato permessi per il trasporto di materiali fuori norma.
I Cantieri Sospetti
Alcuni dei cantieri coinvolti nell’inchiesta sono noti per la loro rilevanza. Tra i più significativi ci sono quelli legati alla viabilità di Roma, come quelli in via della Magliana, in viale della Serenissima, e quelli nei pressi di Castel Sant’Angelo. Un altro cantiere finito sotto indagine è quello per il raddoppio di via Marco Simone, destinato a migliorare la circolazione in vista della Ryder Cup 2023, il torneo internazionale di golf che ha avuto luogo a Roma. In quest’ultimo caso, l’imprenditore avrebbe vinto l’appalto offrendo un prezzo più basso di circa 1,6 milioni di euro rispetto al valore originario.
Anche gli appalti finanziati con i fondi per il Giubileo sono stati coinvolti, come i lavori per la manutenzione del fiume Tevere, che ammontano a oltre un milione di euro. Ma non solo: sono finiti sotto la lente anche appalti relativi alla segnaletica stradale per ATAC, lavori per l’Auditorium Albergotti e appalti per ilMinistero della Difesa e ANAS.
La Reazione delle Istituzioni
Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha annunciato di aver avviato un’indagine interna al Comune per verificare la regolarità dei lavori eseguiti dalle ditte coinvolte nell’inchiesta. Inoltre, è stata istituita una commissione tecnica che dovrà esaminare nel dettaglio tutti gli appalti sospetti, al fine di evitare che la corruzione si ripeta in futuro e garantire la corretta esecuzione degli interventi pubblici.
Questa vicenda segna un altro capitolo oscuro nella gestione degli appalti pubblici a Roma, una città che da tempo si trova a fare i conti con la corruzione nelle sue istituzioni. La speranza è che l’inchiesta possa fare chiarezza e restituire alla Capitale la trasparenza e la qualità dei servizi che i cittadini meritano.
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