Nonostante una netta riduzione negli ultimi anni, i tempi di aggiudicazione degli appalti pubblici in Italia rimangono significativamente più lunghi rispetto alla media europea. Questo è quanto emerge dall’analisi condotta dall’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) sulla base dei dati pubblicati nella piattaforma della Commissione Europea, “Tenders Economic Daily” (TED), che ha monitorato le procedure di appalto di rilevanza comunitaria nel periodo 2018-2022.
La Situazione in Italia
Secondo i dati, i tempi medi di aggiudicazione in Italia si attestano a circa 279 giorni, una cifra che risulta più del doppio rispetto a quella dei Paesi europei più efficienti. In particolare, i Paesi che hanno registrato oltre 5.000 aggiudicazioni nello stesso periodo mostrano una media di soli 121 giorni. Le differenze sono particolarmente evidenti nei confronti di Francia e Germania, dove i tempi medi di aggiudicazione sono rispettivamente di 102 e 84 giorni. Anche con la Spagna, che segna un tempo medio di 180 giorni, l’Italia rimane indietro, seppur con una discrepanza meno marcata.
I Fattori che Influiscono sui Tempi
L’analisi ha messo in luce diversi fattori che possono contribuire a ridurre i tempi di aggiudicazione. Tra questi, emerge l’uso delle aste elettroniche, che riducono i tempi medi di aggiudicazione di circa 30-56 giorni. Inoltre, l’impiego di procedure accelerate consente di abbreviare i tempi di aggiudicazione di circa 17-25 giorni, mentre il “joint procurement” – ovvero i bandi emessi da più amministrazioni pubbliche in collaborazione – comporta una riduzione di 4-5 giorni.
Tuttavia, per ANAC, questi miglioramenti sono considerati risultati ancora poco robusti, in quanto dipendono da variabili che possono variare in base alle caratteristiche delle singole procedure. Nonostante ciò, l’analisi conferma che, a parità di caratteristiche contrattuali, i tempi di aggiudicazione in Italia sono più lunghi rispetto ad altri Paesi, anche se la mancanza di accesso ai documenti di gara francesi ha complicato il confronto diretto.
Le Cause dei Ritardi
Tra i fattori che continuano a rallentare i tempi in Italia, ANAC sottolinea la limitata capacità amministrativa delle stazioni appaltanti, aggravata dalla carenza di personale con competenze specifiche in materia di gestione degli appalti. Questi ritardi burocratici si sommano a un contesto generale di inefficienza che influisce negativamente sulle tempistiche di aggiudicazione.
Il Ruolo dei Tempi nell’Intero Ciclo di Vita dell’Appalto
Un aspetto importante sottolineato da ANAC riguarda il ruolo relativo dei tempi di aggiudicazione nell’intero ciclo di vita dell’appalto. Secondo i dati della Banca Dati Nazionale Contratti Pubblici (BDNCP), il periodo che intercorre tra la scadenza delle offerte e l’aggiudicazione rappresenta solo il 13% del periodo totale che va dalla pubblicazione dell’avviso alla conclusione dell’appalto, con una leggera crescita al 14,5% per le gare di rilevanza comunitaria relative ai lavori. Ancora più breve è il periodo che intercorre tra l’aggiudicazione e la stipula del contratto, che copre circa il 7% del ciclo totale (11% per i lavori di rilevanza comunitaria).
L’Italia, pur avendo fatto progressi nella riduzione dei tempi di aggiudicazione degli appalti, continua a trovarsi in una posizione di svantaggio rispetto ad altri Paesi europei. Sebbene siano emersi alcuni fattori che potrebbero contribuire a migliorare l’efficienza, come l’introduzione di procedure accelerate e aste elettroniche, permangono problematiche strutturali legate alla capacità amministrativa delle stazioni appaltanti. ANAC suggerisce che per ridurre ulteriormente i tempi, siano necessari interventi più incisivi, come l’introduzione di scadenze esplicite per l’aggiudicazione e una maggiore responsabilizzazione dei responsabili del procedimento.
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