Nel contesto del diritto sportivo italiano, la tutela della salute degli atleti rappresenta un tema di crescente rilevanza, sia sotto il profilo medico sia giuridico. Le società sportive, i dirigenti e lo staff tecnico sono sempre più chiamati a rispondere non solo sotto il profilo disciplinare, ma anche civile e, in alcuni casi, penale, per la gestione della sicurezza e della prevenzione degli infortuni.
1. Quadro normativo di riferimento
La disciplina della responsabilità nel mondo dello sport si fonda su una combinazione di norme di diritto civile, sportivo e regolamenti federali:
- Codice Civile:
- Art. 2043 — Responsabilità extracontrattuale per fatto illecito, che impone il risarcimento dei danni causati a terzi.
- Art. 2050 — Responsabilità per attività pericolose, applicabile alla gestione di impianti e organizzazione dell’attività sportiva.
- Legge 23 marzo 1981, n. 91 (“Ordinamento sportivo”):
Stabilisce i principi fondamentali dell’attività sportiva in Italia, richiamando la necessità di garantire la salute e la sicurezza degli atleti, inserendo il rispetto delle regole sportive in un quadro di tutela giuridica e sanitaria. - Codice di Giustizia Sportiva (D.lgs. 4 aprile 2023, n. 36):
Rappresenta la normativa principale per la disciplina degli aspetti sanzionatori in ambito sportivo, definendo le responsabilità disciplinari di atleti, società e dirigenti. - Linee guida CONI e protocolli federali:
Forniscono indicazioni operative per la prevenzione degli infortuni, la gestione delle emergenze e la formazione degli operatori sanitari negli impianti sportivi.
2. Responsabilità delle società sportive e staff tecnico
Le società sportive hanno un obbligo di diligenza e prevenzione che si traduce in:
- Adeguata organizzazione e manutenzione degli impianti sportivi;
- Formazione qualificata dello staff tecnico e medico, in particolare per la gestione delle emergenze e la prevenzione di infortuni gravi;
- Adozione di protocolli sanitari rigorosi, in linea con le normative nazionali e le linee guida internazionali, per garantire il monitoraggio costante delle condizioni degli atleti;
- Obbligo di informazione e consenso informato da parte degli atleti riguardo ai rischi legati alla pratica sportiva.
La mancata osservanza di questi obblighi può generare responsabilità di tipo:
- Civile, con conseguente risarcimento danni (sia patrimoniali sia non patrimoniali);
- Disciplinare, con sanzioni a carico della società o dei singoli dirigenti;
- Penale, in casi estremi, come per omissione di soccorso o lesioni personali colpose.
3. Giurisprudenza e orientamenti recenti
La Corte di Cassazione ha più volte ribadito che la responsabilità della società sportiva è collegata al rispetto degli standard di sicurezza e all’adozione di misure preventive. Ad esempio:
- Cass. Civ., Sez. III, sent. n. 19845/2019 ha confermato che la società è responsabile per infortuni subiti dall’atleta qualora non abbia assicurato condizioni adeguate di sicurezza e prevenzione.
In ambito federale, i tribunali sportivi sono sempre più attenti a verificare che le società rispettino i protocolli sanitari e i regolamenti interni, ponendo al centro la tutela dell’integrità fisica degli atleti come valore primario.
4. Prospettive future e importanza della cultura della prevenzione
La crescente attenzione giuridica e normativa sottolinea come la tutela della salute non sia solo un obbligo normativo, ma un elemento chiave per la crescita sostenibile dello sport italiano. La formazione continua, l’aggiornamento delle procedure e una gestione attenta e responsabile dell’attività sportiva sono indispensabili per ridurre rischi e contenziosi.
Le società che investono in sicurezza, formazione e tutela sanitaria non solo proteggono gli atleti, ma migliorano la propria immagine e la qualità complessiva del sistema sportivo.
