Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne: la svolta giuridica italiana tra femminicidio e consenso

Nel giorno in cui il mondo celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (25 novembre), l’Italia segna un momento giuridico storico: due leggi — una sul femminicidio e l’altra sul “consenso libero e attuale” negli atti sessuali — completano un quadro normativo fondamentale per la tutela delle donne e la prevenzione della violenza di genere.


Un salto normativo decisivo

Il reato di femminicidio

Il disegno di legge introduce nel codice penale l’articolo 577-bis, creando il reato autonomo di femminicidio.
Questo reato punisce con ergastolo chi cagiona la morte di una donna per motivi di genere — per odio, desiderio di dominio o controllo, o in relazione al rifiuto della vittima di mantenere un rapporto affettivo.
L’Associazione Nazionale Magistrati ha sottolineato l’importanza di un intervento sistematico per contrastare la violenza sulle donne, pur evidenziando possibili criticità relative all’indeterminatezza della condotta e alla discrezionalità giudiziaria.

Il consenso “libero e attuale”

Parallelamente, è stata approvata una riforma dell’articolo 609-bis del codice penale, che ridefinisce la violenza sessuale basandosi sul consenso libero e attuale.
Ogni atto sessuale senza consenso esplicito e presente costituisce ora reato. Questa riforma rappresenta un cambiamento culturale profondo, rafforzando la tutela delle vittime.


Il dibattito giurisprudenziale e le sfide interpretative

  • L’introduzione del femminicidio come reato autonomo rappresenta un riconoscimento del carattere discriminatorio dell’uccisione di una donna, distinta dall’omicidio comune.
  • Alcuni giuristi evidenziano però che la formulazione del reato potrebbe lasciare spazio a interpretazioni ampie da parte del giudice.
  • Il nuovo criterio del consenso libero e attuale cambia il baricentro del reato sessuale, imponendo una protezione più chiara e diretta delle vittime.
  • Sul piano processuale, sarà fondamentale aggiornare le pratiche giudiziarie e formare magistrati e avvocati affinché le norme diventino strumenti concreti di tutela.

Perché questa normativa è storica (e perché non basta)

  1. Riconoscimento giuridico esplicito: il femminicidio è riconosciuto come fenomeno di violenza di genere distinto dall’omicidio.
  2. Centralità del consenso: il nuovo approccio pone il consenso al centro del reato sessuale.
  3. Potenziale deterrente: la pena dell’ergastolo segnala la gravità del crimine.
  4. Punti deboli: restano rischi di discrezionalità e necessità di misure culturali e formative per una reale efficacia.

Conclusione

In questa Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, l’Italia non si limita a ricordare le vittime: agisce con strumenti giuridici potenzialmente decisivi. Tuttavia, la legge da sola non basta: serve formazione, prevenzione e cambiamento culturale per tradurre queste norme in protezione reale.