Negli ultimi anni, il mondo degli sport invernali è cambiato profondamente: piste più affollate, attrezzature sempre più veloci, un numero crescente di praticanti e discipline nuove o ibridate (come freeride e scialpinismo “assistito”). In questo scenario, il legislatore italiano ha deciso di intervenire in modo organico con il decreto legislativo 28 febbraio 2021, n. 40, una riforma che segna una svolta importante nella gestione della sicurezza sulle piste da sci.
L’articolo di Eleonora Jacovitti, “La riforma degli sport invernali tra responsabilità e autoresponsabilità”, aiuta a capire perché questa riforma non è solo un aggiornamento tecnico, ma un vero e proprio ripensamento del rapporto tragestore e sciatore, tra responsabilità istituzionale e personale.
Un nuovo equilibrio tra sicurezza e libertà
Fulcro della riforma è l’introduzione (o meglio, la valorizzazione) del concetto diautoresponsabilità: lo sciatore deve essere parte attiva nella prevenzione del rischio.
Significa che ciascuno deve:
- scegliere piste adeguate alle proprie capacità;
- regolare velocità e traiettoria in base alle condizioni del manto nevoso e del meteo;
- rispettare la segnaletica e mantenere un comportamento prudente;
- munirsi di assicurazione obbligatoria e – ove necessario – del casco.
Non si tratta, però, di scaricare sui praticanti il peso della sicurezza. Jacovitti sottolinea come l’autoresponsabilità possa funzionare solo se inserita in un modello “cooperativo”, dove anche il gestore dell’impianto fa la sua parte in modo rigoroso.
Gli obblighi dei gestori: più chiarezza, più responsabilità
Il d.lgs. 40/2021 è molto preciso nel definire i compiti di chi gestisce gli impianti. Tra gli obblighi principali troviamo:
- Polizza assicurativa obbligatoria per coprire i danni a utenti e terzi (pena sanzioni da 20.000 a 200.000 euro).
- Manutenzione costante delle piste, con particolare attenzione a protezioni, reti, segnalazioni, incroci.
- Presenza di un direttore delle piste, responsabile operativo della sicurezza.
- Informazioni aggiornate su rischi e condizioni (meteo, neve, valanghe).
- Sistemi di soccorso adeguati.
La riforma, insomma, pretende che il gestore garantisca un ambiente sicuro e ben organizzato. Solo in questo modo l’autoresponsabilità dello sciatore può funzionare.
Comportamenti obbligatori per chi scia
Le norme introducono disposizioni molto concrete e incisive. Tra le più importanti:
- Casco obbligatorio per i minorenni (e consigliato per tutti).
- Divieto di sciare in stato di ebbrezza, con possibilità di controlli alcolemici.
- Presunzione di concorso di colpa in caso di collisioni tra sciatori (salvo prova contraria).
- Regole di velocità e precedenza simili a quelle stradali: chi arriva da monte ha sempre maggiori responsabilità.
Queste norme non mirano a punire, ma a creare una cultura della sicurezza che spesso, sulle piste, è mancata.
E le persone con disabilità? Una novità importante
La riforma dedica grande attenzione alla partecipazione sicura delle persone con disabilità. Sono previste tutele specifiche, misure di accompagnamento qualificato e adattamenti che mirano a rendere inclusiva l’esperienza sciistica, senza rinunciare alla sicurezza.
Si tratta di un elemento innovativo che rispecchia la visione contemporanea dello sport come diritto accessibile a tutti.
Una riforma ambiziosa (ma non senza sfide)
Jacovitti non nasconde che il nuovo sistema presenti anche delle criticità.
- Applicazione pratica complessa: controllare velocità, precedenze e condotte scorrette non è semplice in aree vaste e affollate.
- Costi per i gestori: l’obbligo assicurativo e la manutenzione potrebbero pesare su alcune piccole stazioni sciistiche.
- Fuori pista e scialpinismo: le norme ci sono, ma il controllo di attività più “avventurose” resta difficile.
- Consapevolezza degli utenti: perché la riforma funzioni, serve anche un cambiamento culturale tra sciatori e snowboarder.
Conclusione: verso una nuova cultura della neve
La riforma degli sport invernali introduce un sistema che punta a un equilibrio nuovo: più responsabilizzazione personale, ma anche più obblighi e controlli per chi gestisce le piste. Non è solo una norma tecnica, ma un cambio di paradigma.
L’obiettivo è chiaro: trasformare la sicurezza in un valore condiviso, non in un’imposizione.
Se funzioni o meno, dipenderà dalla capacità di tutti gli attori – gestori, sciatori, istruttori, controllori – di rispettare e interiorizzare questo nuovo modello. Ma la direzione scelta sembra andare verso un’idea moderna e matura di sport: sicuro, consapevole, inclusivo.
