Il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 4196 del 16 maggio 2025, ha fornito chiarimenti significativi in merito all’articolo 93 del Codice dei Contratti Pubblici (D.Lgs. n. 36/2023), riguardante la composizione e i requisiti della commissione giudicatrice nelle procedure di gara pubbliche.
Impugnabilità della nomina della commissione giudicatrice
Il Consiglio di Stato ha ribadito che la nomina della commissione giudicatrice è un atto endoprocedimentale, ossia un atto interno alla procedura di gara che non produce effetti lesivi immediati e, pertanto, non è autonomamente impugnabile. L’impugnazione di tale atto è possibile solo al termine del procedimento, ossia quando viene approvato il verbale delle operazioni di gara, consolidando così la lesione giuridica dell’operatore economico interessato. Questa posizione è coerente con precedenti orientamenti giurisprudenziali, come le sentenze n. 193/2019 e n. 9675/2024 del Consiglio di Stato.
Requisiti di competenza dei commissari
Un altro aspetto cruciale affrontato dalla sentenza riguarda i requisiti di competenza dei commissari giudicatrici. L’articolo 93, comma 2, del Codice dei Contratti Pubblici stabilisce che i membri della commissione devono essere “esperti nello specifico settore cui si riferisce l’oggetto del contratto”. Il Consiglio di Stato ha precisato che non è necessaria una specializzazione esclusiva nel micro-settore oggetto dell’appalto. È sufficiente che i commissari possiedano competenze in materie omogenee, anche se non identiche, rispetto all’oggetto della gara. Ad esempio, competenze in pedagogia e didattica possono essere considerate omogenee rispetto all’educazione della prima infanzia. Inoltre, l’esperienza dei commissari può derivare anche da incarichi precedenti e ruoli amministrativi inerenti ai servizi educativi, senza la necessità di un titolo accademico specifico sulla fascia 0-6 anni.
Conclusioni
La sentenza n. 4196/2025 del Consiglio di Stato fornisce importanti indicazioni per la corretta interpretazione e applicazione dell’articolo 93 del Codice dei Contratti Pubblici. Essa sottolinea l’importanza di una lettura equilibrata e non formalistica delle disposizioni normative, favorendo una maggiore flessibilità nella composizione delle commissioni giudicatrici e nella valutazione dei requisiti di competenza dei commissari. Tali chiarimenti contribuiscono a garantire la trasparenza e la legittimità delle procedure di gara pubbliche, assicurando al contempo la tutela degli operatori economici coinvolti.