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 “Antidoping e diritto sportivo: tra tutela della salute e garanzie giuridiche dell’atleta”

Introduzione

Il tema dell’antidoping rappresenta una delle aree più complesse e delicate del diritto sportivo, in cui si intrecciano esigenze di tutela della salute degli atleti, principi di lealtà sportiva e garanzie fondamentali del diritto alla difesa. In questo articolo, cercheremo di offrire una panoramica chiara e accessibile sul funzionamento del sistema antidoping, con particolare attenzione agli aspetti giuridici.


Cos’è il doping?

Nel contesto sportivo, il doping è l’uso di sostanze o metodi vietati finalizzati ad alterare artificialmente le prestazioni fisiche dell’atleta. Questa pratica non solo compromette l’integrità delle competizioni, ma può anche mettere gravemente a rischio la salute di chi la utilizza.

A livello normativo, la World Anti-Doping Agency (WADA), ovvero l’Agenzia Mondiale Antidoping, stabilisce ogni anno una lista aggiornata delle sostanze e dei metodi proibiti. Tale lista è recepita nei regolamenti sportivi a livello internazionale e nazionale, diventando vincolante per tutti gli atleti tesserati.


Il sistema antidoping: tra norme e controlli

Il sistema antidoping si fonda su una serie di regole e controlli volti a garantire che gli atleti gareggino ad armi pari. I controlli possono avvenire in gara o fuori gara, e comportano la raccolta di campioni biologici (urina o sangue) da analizzare nei laboratori accreditati.

Le regole antidoping sono contenute principalmente nel Codice WADA, recepito in Italia attraverso il Codice Sportivo Antidoping adottato dalla NADO Italia (National Anti-Doping Organization), che agisce sotto l’autorità del CONI e in collaborazione con il Ministero della Salute.


La responsabilità dell’atleta: il principio della “responsabilità oggettiva”

Un aspetto centrale del diritto antidoping è il principio della responsabilità oggettiva. Questo significa che l’atleta è sempre responsabile di ciò che viene trovato nel proprio corpo, anche se non vi è dolo o colpa grave.

In altre parole, anche se l’assunzione di una sostanza vietata è avvenuta involontariamente (ad esempio tramite un integratore contaminato), l’atleta può comunque essere sanzionato. Tuttavia, la buona fede può influire sulla quantità della sanzione, che può variare da un’ammonizione fino a una squalifica pluriennale.


Il procedimento disciplinare antidoping

Quando viene rilevata una violazione delle norme antidoping, si apre un procedimento disciplinare a carico dell’atleta. In Italia, il procedimento è gestito dalla Procura Antidoping e dal Tribunale Nazionale Antidoping (TNA).

Il procedimento si articola generalmente in queste fasi:

  1. Notifica della violazione all’atleta.
  2. Possibilità di chiedere l’analisi delcampione B (controprova).
  3. Udienza disciplinare, in cui l’atleta può difendersi anche con l’assistenza di un legale.
  4. Decisione del TNA, che può essere impugnata davanti al Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) di Losanna.

Diritti e garanzie dell’atleta

Nonostante il rigore delle norme antidoping, il sistema garantisce alcuni fondamentali diritti all’atleta:

  • Presunzione di innocenza fino a prova contraria.
  • Diritto alla difesa tecnica, ovvero alla presenza di un avvocato.
  • Possibilità di presentare prove a discarico, come perizie o testimonianze.
  • Diritto a un processo equo e imparziale, in tempi ragionevoli.

Conclusioni

Il diritto antidoping rappresenta un equilibrio difficile tra esigenze di tutela della salute pubblicacorrettezza sportiva e diritti individuali. È fondamentale che gli atleti conoscano i loro doveri, ma anche i loro diritti, in modo da potersi difendere in maniera adeguata in caso di contestazioni.

La lotta al doping è necessaria per garantire uno sport pulito, ma non può prescindere dal rispetto delle garanzie giuridiche fondamentali. Un sistema efficace è quello che riesce a coniugare rigore e giustizia, prevenzione e tutela.


Fonti principali:

  • Codice Mondiale Antidoping (WADA)
  • Codice Sportivo Antidoping – NADO Italia
  • Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS-CAS)